Buona e cattiva letteratura
La
distinzione tra buona e cattiva letteratura non può prescindere dall'idea che
si ha della
lettura
(e del lettore). Se infatti si ritiene che il dominus della domanda e della
risposta
debba
essere in ogni caso il lettore, con tutte le licenze possibili di chiedere e
pretendere,
non
esiste di fatto alcuna distinzione tra buona e cattiva letteratura (a meno che
non si
voglia
arrivare a definire buona letteratura quella che vende e cattiva letteratura
quella che non
vende).
Se
invece, come io credo, si ritiene che al centro del discorso debba sempre porsi
la
scrittura
come arte e che il lettore sia figura da analizzare separatamente (quantomeno
ai
fini
della distinzione tra buona e cattiva scrittura), i termini del discorso
cambiano
radicalmente.
In questo caso la domanda vera, sottesa, è quella eterna sull'arte, sulla sua
riconoscibilità
nelle diverse epoche storiche, sul pericolo e insieme sulla inevitabilità di
asserzioni
autoreferenziali (come nell'artista che definisce l'arte o nel critico che non
solo
definisce
la sua disciplina – la critica letteraria – ma addirittura scrive letteratura
in proprio ,
entrando
quasi in conflitto d'interessi). A ciò si aggiunga il processo di
cristallizzazione dei
classici
e quello della sedimentazione degli autori nelle storie delle letterature
(selezionati
solo
da criteri accademici o, alla fine, da un destino insondabile?). Ed allora
scopriamo che
un
minore del settecento come Gian Carlo Passeroni, amico del Parini, ha scritto
la più
lunga
opera in versi della letteratura italiana (Il Cicerone), che ricevette per
meriti letterari
vitalizi
da Napoleone III e Maria Teresa d'Austria, che fu studiato e ricordato per
quasi tutto
l'ottocento
(se ne occupò anche Carducci), ma oggi non ha nessuna incidenza sulla
produzione
letteraria e forse mai più l'avrà.
La
buona letteratura è quella prodotta da uno scrittore che interpreta il proprio
tempo
ponendosi
domande autentiche, si disinteressa del mercato e di piacere a tutti i costi,
si
confronta
con la tradizione e coi classici e alla fine scopre, costruendolo, un proprio
stile,
una
cifra inconfondibile. C'è inoltre, a fine lettura, una sorta di prova del nove
che può fare
ogni
lettore 'vero' ponendosi queste domande: cosa ha cercato di dirmi l'autore,
cosa
cercavo
io durante la lettura ? Se anche solo il libro è riuscito a farmi scoprire
l'oggetto che
vi
cercavamo, non ha nemmeno molta importanza l'avervelo davvero trovato: spesso i
migliori
libri sono quelli dove lo scrittore ha cercato di dire qualcosa senza riuscirci
mentre
il
lettore vi ha cercato e
magari
trovato tutt'altra
cosa.
Produttori
di eccellente letteratura letti negli ultimi due mesi: Vargas Llosa, Saramago e
Munro.
Produttori di cattiva letteratura (a scatola chiusa, senza neanche bisogno di
leggerli):
Fabio Volo, Federico Moccia, Arisa (si, la vincitrice di Sanremo, che ha
scritto per
Mondadori,
“Tu eri tutto per me”, per il quale attendo con curiosità di sapere quale
Premio
letterario
vincerà – e nel caso, farmi anche un'idea di quel premio).
Antonio Fiori
Spigolando in rete:
Libri da ardere, di Amelie Nothomb
http://www.elfo.org/stagioni/20102011/tournee/libridaardere.html
Serbia Hardcore, di Dusan Velickovic
http://www.libriebit.com/buonaecattivaletteratura/
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